lunedì 7 gennaio 2019

La prima volta che ho sottomesso un uomo



Al liceo frequentavo una classe dove la maggior parte dei miei compagni erano maschi, considerate un rapporto di 22 ragazzi e solo 5 ragazze; nei primi giorni di scuola tutti i maschi facevano i galletti, si vantavano, cercavano di emergere in quel gruppo così numeroso e sconosciuto di volti nuovi e quasi tutti ostentavano una certa goffa arroganza nei confronti di noi ragazze che, sopraffatte da una sproporzione esagerata nei numeri, tendevamo a restare unite e in disparte.
Le cose cambiarono rapidamente.
Con il passare dei giorni e delle settimane emergeva chiaramente una differenza intellettuale tra noi e loro, tanto che nel giro di poche interrogazioni divenne chiaro a tutti, docenti e non, che in quella classe le 5 ragazze valevano di più dei 22 trogloditi che iniziavano progressivamente a perdere la spavalderia acquisendo un naturale asservimento nei nostri confronti.
All'aumentare del carico dei compiti e dei rimproveri i baldanzosi torelli dei primi giorni si trasformarono in docili agnellini pronti per essere sottomessi dalle professoresse e da noi ragazze!
Fu proprio alla fine del primo quadrimestre che ebbi la mia prima esperienza di dominazione maschile: il ragazzo più bello e sportivo della classe (che chiamerò Claudio) doveva sostenere una complicata interrogazione orale di matematica che prevedeva tutti gli argomenti trattati fino a quel momento, essendo però stato troppo occupato con gli allenamenti di calcio era totalmente nel panico e non sapendo come rimediare si rivolse a me e alla mia compagna di banco per un salvataggio in extremis: volendo io provare una fantasia che mi frullava in testa da qualche settimana mi offrii volontaria e lo invitai a casa mia nel pomeriggio per aiutarlo a studiare.
Claudio non era per niente uno studente brillante, era rumoroso in classe, svogliato nello studio e arrogante con noi ragazze (era convinto che tutte noi sbavassimo per lui) ma non aveva idea di cosa avevo in mente per lui!
Prima del suo arrivo decisi di valorizzare il mio corpo come a scuola non osavo fare, misi dei pantajazz neri per esaltare il mio sedere (molto apprezzato dai miei compagni di classe) e una maglietta a maniche lunghe con uno scollo a v per mettere in mostra il mio seno.
Quando Claudio si presentò a casa mia lo invitai nella mansarda dove i miei genitori non salivano quasi mai e gli proposi subito di metterci a lavoro, fin dal primo istante notai i suoi occhi famelici su di me (il cretino era caduto in pieno nella mia trappola) ma aspettai di restare da soli per avviare il mio piano.
Nonostante io mi sforzassi nei primi momenti di farlo studiare, Claudio continuava a distrarsi, a parlare, a gettare occhiate eloquenti al mio seno e ad alzarsi gironzolando per la stanza. Non riuscendo a farlo stare fermo decisi di attirare la sua attenzione con una proposta ambigua: se avessimo ripassato tutto il programma avremmo giocato un round di obbligo o verità. Claudio rimase colpito dalla proposta ma accettò senza alcuna protesta e per la prima volta riuscimmo a tenere gli occhi sui libri per un bel po'. Finito il rapido ripasso iniziammo a giocare.
Claudio fu il primo a pormi la domanda "obbligo o verità" e io risposi ovviamente "verità". Scocciato dalla piega che stava prendendo il gioco lo stupido si premurò di proporre una modifica al gioco, e cioè che non si poteva scegliere due volte di seguito verità. Io accettai e lo invitai a pormi la domanda.
Claudio arrossì violentemente e senza neanche guardarmi in faccia mi disse: "devi dirmi la verità, voglio sapere se ti tocchi e come lo fai". Io avevo immaginato potesse farmi una domanda del genere e quindi recitai il copione che avevo già stabilito con me stessa, risposi "capita una massimo due volte a settimana... solitamente mentre faccio il bagno in vasca, uso le dita ma non lo faccio spesso". Claudio rimase colpito dal mio modo naturale di rispondere e quando gli chiesi "obbligo o verità" balbettò confusamente "verità".
Sentivo già di averlo in pugno, ma volendolo cogliere di sorpresa nei turni successivi mi limitai a porgli una domanda ingenua anche perché sapevo che di certo mi avrebbe mentito: "hai mai fatto sesso?".
Lui divenne serio e rispose che l'aveva già fatto qualche volta (ovviamente stava dicendo cavolate) e subito dopo guardandomi quasi come un animale affamato mi disse "ora tocca a te fare l'obbligo... devi farlo però! non puoi rifiutarti". Io annuii e lui subito di un fiato disse "voglio che sollevi la maglietta e mi fai vedere il reggiseno".
Anche questa mossa era prevedibile per cui dopo qualche rimostranza da parte mia per non sembrare una facile accettai con riluttanza e sollevai la maglietta. Lui rimase imbambolato a fissarmi il seno e io sentii una strana eccitazione nel vederlo quasi trasfigurato in una bestia con la bava alla bocca.
Dopo avergli concesso qualche secondo di contemplazione fu il momento di giocare la carta che avevo in mente da qualche giorno, con tono molto serio gli dissi "Claudio ora tocca a te l'obbligo! voglio che tu, e lo devi fare, ti spogli completamente nudo e stai di fronte a me 10 secondi senza coprirti!".
Claudio era quasi sotto shock, sgranò gli occhi e mi disse che non era giusto e che si vergognava, io fingendomi compassionevole gli dissi che se voleva poteva spogliarsi in bagno e poi uscire ma che non ero disposta ad aiutarlo con lo studio se non avesse onorato la promessa.
Molto controvoglia Claudio andò verso il bagno e dopo qualche minuto sentì aprire la porta e lo vidi uscire completamente nudo con le mani che coprivano a stento la sua erezione. Mi presi qualche secondo per godere della sua umiliazione e poi aggiunsi "devi stare 10 secondi, ma senza coprirti però!". Il suo volto divenne paonazzo, inspirò profondamente e alzò le mani dietro la testa come un uomo in arresto mostrandomi completamente la sua erezione.
La sensazione che provai fu stupenda. Claudio era completamente nudo di fronte a me, impotente, esposto, totalmente in balia delle mie richieste, era rosso in viso, vedevo il suo petto muscoloso gonfiarsi e sgonfiarsi per gli affannosi respiri dati dall'eccitazione e soprattutto aveva in viso un'espressione umiliata che mi fece quasi tremare le gambe dall'eccitazione.
Mentre ero intenta a guardarlo (soffermandomi lo ammetto sulla bellezza del suo pene, venoso e dritto e abbastanza grande) contando lentamente per godermi in pieno i miei dieci secondi d'un tratto accadde qualcosa che sono certa Claudio ricorderà ancora oggi.
Ero arrivata a contare il settimo secondo quando il mio sguardo venne catturato dal pene di Claudio che iniziava ad ondeggiare su e giù come se percorso da forti scosse, ci mise meno di un secondo e poi dei bianchi fiotti densi uscirono a filamenti dal suo glande andando a sporcare tutto il parquet della mansarda.
Claudio prese ad ansimare come se avesse appena finito uno sprint di corsa ed io a causa di quella inaspettata piega che aveva preso il gioco non riuscii a trattenere delle fragorose risate che acuirono enormemente il suo imbarazzo tanto che il poveretto subito corse in bagno a rivestirsi.
Uscito dal bagno con gli occhi bassi mi pregò e supplicò di non raccontare l'accaduto a nessuno, io dandogli un bacio sulla guancia gli dissi all'orecchio "non preoccuparti pisellino, è un nostro segreto".
Da quel giorno ebbi il mio primo servetto in classe.

4 commenti:

  1. Ciao Monica, complimenti per il blog è bellissimo il racconto della tua prima esperienza! Come vorrei avere avuto delle compagne di classe come te al liceo! penso che mi sarei fatto dare delle ripetizioni tutti i santi giorni!
    Sono curiosissimo di sapere come hai continuato la dominazione del tuo primo schiavetto (che onestamente un po' invidio).
    Un abbraccio
    Max

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  2. Ciao Max, ti ringrazio, sono contenta ti sia piaciuto... ho cercato di ricordare quanti più dettagli è possibile ma devo sinceramente ammettere che non è stato così difficile rievocare quell'immagine! Lo sguardo Claudio, ormai un uomo sconfitto che si mostra totalmente esposto ai miei occhi, è uno dei ricordi più preziosi che ho! Sento ancora quel suo sguardo imbarazzato, quel suo orgoglio ferito sulla pelle... come se i suoi occhi potessero quasi toccarmi.
    Con Claudio ci sono stati altri piccoli episodi, magari li scriverò tutti in un unico topic più avanti!
    un bacio

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  3. Ciao mi chiamo Claudio ed avrei voluto essere quel Claudio, quanto mi intrigerebbe una situazione cosi

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  4. Sei bella e unica .
    ...👍😁😘

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